E’ strano questo autunno, sarà che sto soffocando con la mascherina in un treno affollato di appestati, sarà che è appena terminato il Tour de France, che stanno correndo le classiche del nord di inizio stagione, sarà…

E’ strano questo autunno, sarà che sto soffocando con la mascherina in un treno affollato di appestati, sarà che è appena terminato il Tour de France, che stanno correndo le classiche del nord di inizio stagione, sarà…
E’ stata una fredda magnifica giornata. Non ha vinto un italiano, ma come sempre accade a chi si assiepa lungo le strade di un circuito mondiale, il risultato finale è ininfluente.
per mettersi alla prova, cambiare prospettiva e orizzonti, si decide di scalare il grappa di notte. Con il passare dell’età anche lo spirito più agonista si affievolisce e così, a differenza degli anni scorsi dove mi ritrovavo solo, riesco a coinvolgere tre amici con i quali avventurarsi lungo la salita del monte sacro.
Impolveratissimo, contento di questa nuova avventura, ci salutiamo, ci spolveriamo, ci cambiamo e torniamo a casa non prima di fermarci al “baracchin onto”per una piada e una coca!
Diciamocelo, la bici a volte sarebbe proprio da buttar giù per l’argine!
Riparto pensando all’entusiamo di soli 5 anni fa, della prima edizione della mitica Monselice Mare Monselice, per gli amici MMM. Una delle primissime manifestazioni gravel organizzata con il semplice entusiasmo di una nuova scoperta, sotto l’egida di alcun stendardo.
Fino a poco tempo fa non era solo, faceva parte della classica macchia arbustiva che copriva questo fazzoletto di terra tra i due tornanti. Si camuffava con i suoi compagni ormai segati.
Lavoro, ma in pausa pranzo non riesco a starmene a casa e finalmente mi vesto, inforco la bici e dopo più di due mesi oltrepasso i confini comunali pedalando per vedere come stanno i Colli dall’altro lato.
Ho ripreso con immensa fatica. Non avendo molte alternative, se voglio mettere un pò di chilometri nelle gambe, devo alzarmi presto e pedalare prima di andare al lavoro. Questo vuol dire sentire la sveglia alle 4:45, litigare con il tepore del letto, vestirsi di fretta e iniziare a pedalare alle 5. Un’ora e quarantacinque di tempo massimo, altrimenti si perde il treno.
Capannoni, bar, campanili e pedali Capannoni e capannoni. Solitamente sono questi gli elementi di sfondo nella scenografia che ospita gli episodi della saga delle corse in circuito su strada di ciclismo amatoriale. Capannoni, bar e […]